Bagno aromatico

martedì 27 dicembre 2011

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Immagine reperita in rete: http://essenzaautentica.it

Il bagno aromatico con oli essenziali, è un momento di benessere per eccellenza. E' una tecnica molto semplice e pratica, ma di sicura efficacia per mantenersi in forma, rilassare o energizzare la nostra mente ed il nostro corpo, ottima per i nostri muscoli ed il nostro apparato articolare. Gli oli essenziali possiedono virtù davvero importanti, sia attraverso la penetrazione cutanea che attraverso l'olfatto, la respirazione. Saranno un dolce rimedio anche per le problematiche delle vie respiratorie mentre noi ci stiamo godendo un benefico bagno .
Disperderemo, dunque, 10/15 gocce del nostro o dei nostri oli preferiti e più adatti allo scopo che ci prefiggiamo in un bicchierino di yogurt, latte o miele, avendo cura di miscelare bene il composto che poi andremo a unire all'acqua del nostro bagno. Potremo altresì aggiungere qualche manciata di sale marino.

Per un bagno rilassante: 6 gocce di olio essenziale di lavanda vera, 6 gocce di olio essenziale di arancio dolce, 3 gocce di olio essenziale di legno di rosa. 1 cucchiaio di miele in cui andremo a disperdere i nostri oli essenziali, 3 bicchieri di sale marino o di sale di Epsom, petali di rosa da aggiungere all'acqua prima di immergerci.

Per un bagno tonificante: 5 gocce di olio essenziale di ginepro, 4 gocce di olio essenziale di menta, 3 gocce di olio essenziale di pompelmo. 1 bicchierino di yogurt in cui andremo a disperdere i nostri oli, qualche rametto di rosmarino da aggiungere all'acqua prima di immergerci.

Burrocacao: coccao

domenica 18 dicembre 2011

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E' arrivato il freddo e le labbra vanno protette ed idratate. Ecco una ricetta veloce e assolutamente "gourmand", dal profumo golosissimo. Irrinunciabile!!

Ingredienti:
  • 5 g. burro di karitè
  • 5 g. burro di cacao
  • 5 g. di cera d'api
  • 2 cucchiaino olio di ricino
  • 1 cucchiaino olio di mandorle dolci
  • 1 cucchiaino di miele
  • 3 gocce di estratto aromatico di cocco
  • 2 gocce di estratto aromatico di vaniglia
  • Vitamina E 2 gocce
Fate sciogliere a bagnomaria il burro di karitè, il burro di cacao e la cera d'api che avrete precedentemente ridotto a scagliette. Quando il tutto si sarà sciolto aggiungete l'olio di ricino, l'olio di mandorle dolci, ed il  miele. Togliete dal bagnomaria e continuando a mescolare non appena comincia ad addensare, molto velocemente aggiungete l'estratto aromatico di cocco, l'estratto aromatico di vaniglia e la vitamina E. Mescolate bene e colate nelle scatoline che avrete precedentemente predisposto.

I contenitori del vostro "coccao"  possono essere anche di recupero: scatoline di latta delle caramelle per esempio, oppure piccole jar di cosmetici che avete terminato (perfette quelle delle miche). Insomma, non buttate mai via nulla e riciclate quanto potete!! 
- Antonella -

Trattamento rinforzante per mani e unghie

martedì 13 dicembre 2011

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Oggi prepariamo un bagno fortificante per avere  le mani con la pelle morbida, diafana, levigata e con unghie forti che non si sfaldano o spezzano. Cominciamo!!

Cosa ci serve?
  • olio di ricino (io uso la marca Forsan e mi trovo molto bene)
  • olio di mandorle dolci (anche in questo caso la marca è Forsan, buon prodotto)
  • olio essenziale di limone
  • vitamina E

Come procediamo?
  • mettiamo 50 g di olio di ricino in una ciotolina di vetro;
  • uniamoci 35 g di olio di mandorle dolci;
  • mescoliamo bene;
  • aggiungiamo ora 50 gocce di olio essenziale di limone;
  • mescoliamo nuovamente;
  • infine uniamo 5 gocce di vitamina E (circa 0,2 g);
  • misceliamo bene il composto;
  • trasferiamo il tutto in una jar in vetro o in una bottiglietta.
Utilizzeremo il composto per fare dei "bagni" alle mani ed alle unghie della durata di circa venti minuti. Dopodichè massaggeremo bene ed elimineremo l'eccesso con uno scottex morbido. Potremo usare la miscela anche sulla pelle secca dei talloni! Ricordiamo di non esporre le mani al sole nelle otto ore seguenti l'applicazione perchè l'olio essenziale di limone è fotosensibilizzante.
 La durata del composto, se fatto osservando le norme igieniche e se ben conservato, è di circa 3 mesi, ma sicuramente lo finiremo prima!! Non dimenticate comunque di tenerlo riposto al buio e al riparo dal calore.

- Antonella CromoBologna -

L'acne

mercoledì 7 dicembre 2011

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Oggi parliamo di acne. Proviamo ad attaccarla da vari fronti con l'indicazione di qualche rimedio tra i tanti possibili, ...ma da qualche parte dovremo pure cominciare!!

DEFINIZIONE
L'acne e' una dermatosi infiammatoria del follicolo pilosebaceo e del tessuto perifollicolare, che si localizza soprattutto al volto e al torace. e' caratterizzata dalla presenza contemporanea o in fasi successive di comedoni, papule, pustole o cisti, con esiti talvolta cicatriziali, decorso cronico e riacutizzazioni. [...]  Per chi è interessato a leggere tutto l'articolo rimando al link specifico: acne.it

In fitoterapia possiamo prenderci cura dell'acne attraverso tre modalità:
  • agire sull'infezione per viai nterna e locale
  • correggere eventuali disordini epato-intestinali per mezzo di una disintossicazione generale
  • in caso di problematiche ormonali (pubertà, adolescenza, sindrome premestruale,..) impiegare piante ad azione follicolino-simile.
C'è una pianta che ha un ruolo molto importante per il trattamento di questo disturbo: la BARDANA che ha attività antibatterica nei confronti dello stafilococco e attraverso la stimolazione delle ghiandole sudorifere aiuta l'eliminazione dei residui della degenerazione cutanea che portano alla formazione dei punti neri e dei comedoni.

La radice di Bardana è ricca di inulina (un interessante prebiotico), pollini, polieni, steroli ed altre sostanze che le conferiscono attività batteriostatiche e fungistatiche degne di nota. Della bardana non si utilizza soltanto la radice ma anche le foglie che vanno raccolte il primo anno e utilizzate fresche. Anch'esse ricche di inulina, contengono un principio amaro chiamato arctiopicrina, probabilmente responsabile delle sua proprietà fitoterapiche. L'uso esterno di queste foglie è indicato in caso di affezioni cutanee come foruncoli, acne, herpes, ustioni, dermatosi seborroiche ecc.). Ha anche proprietà diuretiche, diaforetiche, depurative, ipoglicemizzanti e stimolanti il fegato e la cistifellea.

PREPARIAMO UNA TISANA
  • 5 g di radice di bardana
  • 200 ml di acqua fredda
Portare ad ebollizione l'acqua contenente la radice taglio tisana della bardana e lasciare per 5 minuti a fiamma bassa. Filtrare e berne 3 tazze al giorno.

PREPARIAMO UNA CREMA CONTRO L'ACNE (Duraffourd)
  • T.M. di calendula officinalis 10 g
  • Zinco ossido 6 g
  • Talco veneto 2 g
  • Acqua distillata 60 g
  • eccipiente gelatinoso q.b. a 200 g
Da usare 2 volte al giorno. Personalmente, come eccipiente gelatinoso, mi piace il gel di aloe, ma voi potete usare ciò che ritenete più oppurtuno.
Grazie al Dott. Piergiorgio Chiereghin e Mypersonaltrainer

Il Biancospino

sabato 3 dicembre 2011

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Gli effetti del biancospino sono numerosi e di vario tipo, influiscono su molti sistemi dell'organismo che partecipano al processo di guarigione e le innumerevoli proprietà dell'aglio giustificano il suo inserimento tra i veri e propri tonici.
Il biancospino è la pianta del cuore per eccellenza.  Regola la frequenza cardiaca, migliora la circolazione coronarica e la nutrizione del muscolo cardiaco. E' un ipotensore, un cardiotonico, un antispasmodico che ha la funzione di calmare le palpitazioni, diminuire lo stress e facilitare il sonno grazie ai flavonoidi (steroli e triterpenici ) contenuti nella pianta. Lavora molto bene in sinergia con l'aglio.

Gli studi effettuati mostrano che l'attività principale del Biancospino si esplica a livello del sistema cardiocircolatorio con un reale miglioramento della resistenza allo sforzo. E' stato dimostrato che tali effetti sono sicuramente legati alla presenza di procianidine oligomere e di flavonoidi quali la vitexina (e il suo ramnoside), resta ancora da dimostrare il contributo dei triterpeni pentaciclici. 

Il biancospino non è un digitaloide, non contiene cioè alcuna sostanza di carattere digitalico. Nei manuali più vecchi si trova trattato il biancospino ancora accanto ai digitaloidi e questa originaria interpretazione ha portato a una deplorevole confusione di idee; glicosidi simildigitalici o ulteriori principi attivi, con cui viene compensato un cuore insufficiente, nel biancospino non sono presenti.  Adesso è assodato che il biancospino è realmente una vera e propria pianta medicinale per il distretto cardiaco e per le patologie circolatorie, con particolari possibilità di azione. 

Anche qui è risultato che l'effetto totale è il prodotto della somma di una serie intera di principi attivi, dei quali ciascuno singolarmente preso è troppo scarso per poter essere sufficientemente obiettivato in un esperimento farmacologico, però, l'insieme dei vari componenti, così come essi si trovano naturalmente mescolati in natura, ha proprio un effetto specifico e di alto valore. Chiaramente i singoli principi non agiscono solo per reciproca addizione o sinergicamente, ma si potenziano in modo specifico. E' una pianta ricca in flavonoidi che possono rappresentare circa il 2% del peso della vegetale secco. Copiosi sono ugualmente i proantocianidoli, che sono capaci di rappresentare fino al 3% del peso della pianta essiccata.  I principali sono l’iperoside, lo spireoside, il rutoside e la quercetina. Sono presenti anche mono-C-eterosidi di flavoni, in particolare vitexina, orientina e 2-ramnosil vitexina.  Sono vigenti anche acidi triterpenici penta ciclici ed in particolare acidi ursolico, oleanolico e crategolico, aminoacidi aromatici e amine cardiotoniche.

Il Biancospino è un vegetale che si utilizza da molto tempo come medicamento per le sue provate azioni cardioattive e calmanti.  Invero, il comportamento sul sistema nervoso non deriva da eventi diretti ma come conseguenza dell’ opera normalizzante del ritmo del cuore, dato che la pianta favorirebbe il superamento dei segnali cardiovascolari dell’ansia, anziché possedere una propria condotta sedativa sui circuiti neuronali.  Per quanto ha attinenza agli eventi di carattere cardiovascolare dopo l’assunzione di Biancospino, essi paiono convalidati da tutte le ricerche volte in questa direzione con riscontri nell’aumento del flusso coronarico per vasodilatazione coronarica, azione dromotropa positiva, inotropa positiva e batmotropa negativa.  Si riscontra altresì una discreta azione antiaterosclerotica e ipolipemizzante ed anche un’azione “scavenger” antiossidante.  Le funzioni medicamentose si ritengono doversi conferire ai flavonoidi (iperoside, vitexina) e agli oligomeri procianidinici presenti nei frutti e nelle foglie che, tuttavia, non sono il principio attivo del Biancospino. Il procedimento d’intervento è controverso e si è fatta un'ipotesi di blocco della c-AMP-fosfodiesterasi (Rossi M, 1992; Schussler M et al, 1995a) anche se osservazioni più attuali non paiono attestarlo (Muller A et al, 1999).  Un procedimento funzionale attendibile potrebbe essere l’inibizione dell’enzima convertente l’Angiotensina (ACE) o un’interruzione dei canali del potassio. 

Funzione cardiovascolare 
Il Biancospino è dotato di una notevole attinenza nei riguardi del cuore, collegata particolarmente ai flavonoidi e ai proantocianidoli.  Determina una vasodilatazione dei vasi sanguigni addominali e specialmente di quelli coronarici che trasportano il sangue al muscolo cardiaco; essa è causata dal rilascio delle fibrocellule dei muscoli della parete dei vasi sanguigni, con accrescimento della corrente sanguigna in tali zone del corpo. Diminuisce il ritmo cardiaco in maniera sensibile e accresce l’azione della digitale sul muscolo cardiaco.  Oltre a ciò i flavonoidi determinano un espansione dei vasi sanguigni, che determina una abbassamento della pressione arteriosa. Il Biancospino è perciò molto utile per contrastare l'angina pectoris, nelle nevrosi del cuore, nelle condizioni di ipereccitabilità con scompensi e nell' ipertensione arteriosa, soprattutto se di derivazione nervosa.  Di recente sono state eseguite diverse ricerche testate clinicamente su pazienti con insufficienza cardiaca moderata, che hanno comprovato che l'estratto secco titolato di Biancospino può moderare efficacemente la frequenza cardiaca, il rigonfiamento alle caviglie e la pressione arteriosa, manifestando altresì un'azione di rafforzamento della capacità contrattile del cuore ed una considerevole diminuzione dei sintomi che affliggono queste persone, senza la manifestazione di nessuna conseguenza collaterale negativa. 

Il Biancospino possiede anche un’apprezzabile azione calmante a livello centrale, particolarmente valida nei pazienti molto nervosi, nei quali diminuisce l'emotività, lo stato di agitazione e rende migliore il sonno.  Queste capacità ansiolitiche sono evidenziate specialmente dai tannini e dai flavonoidi vigenti in questa pianta, poichè è stato dimostrato che essi inducono un’azione sedativa e accrescono il sonno indotto dai barbiturici, anche se non è stato del tutto spiegato il modello d'azione che favorirebbe tali effetti benefici nei confronti del sistema nervoso centrale. Il Biancospino possiede una discreta azione sedativa a livello centrale, utile soprattutto nei pazienti eretistici, nei quali riduce l’emotività, lo stato ipertensivo e ne migliora il sonno.  Essa sembra dovuta soprattutto ai tannini presenti in questa droga; è stato dimostrato che essi riducono l’attività locomotoria, potenziano il sonno indotto dai barbiturici, diminuiscono le contrazioni addominali indotte dall’acido acetico e riducono la reazione da calore applicato sulla cute, anche se non è chiaro il meccanismo d’azione responsabile di questi effetti a livello del sistema nervoso centrale. Un ruolo in questo senso potrebbero avere anche i flavonoidi, in particolare i glucosidi dell’apigenolo, poichè si è recentemente potuto dimostrare che alcuni di loro, quali apigenolo e crisina, potrebbero esplicare attività benzodiazepinica con effetti anticonvulsivanti, ansiolitici e moderatamente ipnogeni, dal momento che sarebbero in grado di legarsi ai recettori delle benzodiazepine sia centrali sia periferici. Decisamente importante è la capacità dei principi attivi del Biancospino di permetter al corpo di catturare i radicali liberi e di limitare l'ossidazione delle particelle di colesterolo che cercano di attaccarsi alla parete dei vasi sanguigni dopo aver subito l’ossidazione. Con questo procedimento impediscono uno degli episodi necessari alla creazione delle placche aterosclerotiche nei vasi sanguigni. 

Va utilizzato con attenzione in pazienti affetti da bradicardia conclamata (battito cardiaco al di sotto dei 60 pulsazioni al minuto) o di disturbi della propagazione dell’impulso elettrico nel cuore. Nessuna conseguenza nociva è stata rilevata in seguito alla somministrazione per bocca di quantità pari a 30, 90 o 300 mg per kg di peso al giorno per 26 giorni. Accresce l'effetto della digitale sul muscolo cardiaco ed aumenta l'azione ipotensiva dei beta bloccanti e di altri medicinali provvisti di questa attività.  Evitate in caso di bassa pressione del sangue causata da problemi alle valvole cardiache.

Crema grande freddo per mani e labbra screpolate

mercoledì 30 novembre 2011

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Oggi facciamo una crema d'urto per le mani e le labbra secche e screpolate dal freddo. Useremo solo prodotti naturali per avere un prodotto assolutamente bio, affidabile ed efficace.

Cosa ci serve?

2 g di burro di karitè
2 g di macerato oleoso di calendula
2 g di sostituto vegetale della lanolina
5 gocce di estratto aromatico di cocco
1 scatolina


Fate fondere a bagno maria in una coppetta di vetro o acciaio il burro di karitè.
Una volta che il burro si è fuso unite il macerato oleoso di calendula e miscelate bene, magari anche aiutandovi con una piccola frusta per cosmetici.
Fate intiepidire e quindi aggiungete il sostituto vegetale della lanolina e l'estratto aromatico di cocco. Ad ogni ingrediente che aggiungete miscelate bene. Alla fine deve risultare una bella crema densa e omogenea.
Trasferite la cremina nella scatolina (potete anche riciclare le scatoline in latta delle caramelle, quindi ad uso alimentare) e lasciate raffreddare a temperatura ambiente oppure ponetela nel congelatore per qualche minuto.

Conservate la scatolina al riparo dalla luce (nel caso fosse di vetro o plastica trasparente)  e dal calore.
Se ben fabbricata e conservata la crema si manterrà integra per 3 mesi. (Anche se vi assicuro che la finirete in molto meno tempo.)


- Antonella  -

Aromaterapia e Astrologia

domenica 27 novembre 2011

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Perché abbinare l’aromaterapia all’astrologia? Il motivo è molto semplice: perché c’è una sottile connessione tra i pianeti e molti aspetti del mondo fisico. Ogni pianeta ha una risonanza con i vari regni della natura, ma non solo con questi, si rispecchia, infatti, anche con ciò che è al di là della natura, come ad esempio le note musicali.Il regno vegetale è influenzato e collabora con tutti i pianeti, a cominciare dai pianeti Sole e Luna che ne governano il ritmo giornaliero e mensile. Inoltre ciascun pianeta ha una sua particolare assonanza con un determinato tipo di pianta.

Gli oli essenziali

L’ingrediente principale dell’aromaterapia è l’olio essenziale, un estratto vegetale presente in alcune piante definite “aromatiche”. Si trova in piccola quantità rispetto alla grandezza della pianta che lo produce ed è quel profumo che da essa emana quando viene schiacciata, stropicciata.
E’ capitato a tutti di passare in un campo e di sfiorare una pianta di aneto, di mentuccia o di lavanda e sentirne così l’odore fluttuare nell’aria ed è pure quella fragranza che riempie le mani che stanno sbucciando un mandarino o un’arancia. Troviamo oli essenziali anche nella resina di alcuni alberi.

Non esistono in natura due piante con lo stesso profumo. L’essenza è un punto distintivo di quel certo tipo di pianta e, quasi ne fosse l’anima, porta con sé l’impronta del vegetale dal quale è stata estratta. Una particolarità delle essenze è che variano d’intensità nei diversi mesi dell’anno. Nella pianta possono spostarsi di sede col mutare delle stagioni, appunto per questo è importante conoscere il periodo migliore per coglierle e devono essere conservate seguendo le regole indicate per la loro specie, altrimenti si rischia di alterarne l’effetto curativo. Le essenze estratte hanno una chimica complessa ma, in genere, sono una mescolanza di terpeni, alcoli, aldeidi, chetoni, esteri. Diventano olio essenziale dopo spremitura meccanica o distillazione. Se riprodotte con sistemi chimici non possono mantenere le sostanze curative delle quali sono ricche.

Le origini dell'aromaterapia

L’aromaterapia è, insieme alla fitoterapia, un metodo di cura antichissimo, la cui origine si disperde nei tempi, tanto che si ritiene che già 5.000 anni prima della nascita di Cristo, in Oriente, se ne facesse uso e in Cina, attorno all’anno 4.500 a.c., un imperatore (Kiwan Ti) descriveva alcune piante aromatiche da lui coltivate. I profumi erano utilizzati per preparare dei balsami odorosi e, per la loro preziosità, erano offerti in dono agli dei. Conosciute le qualità terapeutiche furono usati anche per guarire. Negli anni intorno al 2.600 a.c., in Mesopotamia, i Sumeri, tra le tante innovazioni che portarono, inclusero la loro profonda conoscenza delle piante e ne catalogarono circa 250 specie che descrissero su tavolette cuneiformi. E così proseguendo, passando per i greci, i romani, arriviamo al medioevo, epoca i cui i profumi erano usati più per coprire i cattivi odori che per vero uso terapeutico, ciò non toglie che si rivelarono utili per combattere le epidemie che a quell’epoca erano diffusissime. Fu grazie agli arabi che tale uso si diffuse in Europa e attorno all’anno 1.000, fu proprio il medico alchimista Avicenna a perfezionare il processo di distillazione. Sembra che il primo olio estratto fu quello di rose. Il trionfo dei profumi ci fu, in Europa, nel periodo del rinascimento, durante il quale furono approfondite e diffuse le regole arabe per la distillazione. L’Italia si dedicò a questa nuova moda e Caterina de’ Medici, grande utilizzatrice di essenze, le esportò in Francia quando divenne moglie di Enrico di Valois. Nel XVI secolo, in Provenza, fu distillata la prima essenza di lavanda. L’aromaterapia, in quanto tale, cominciò ad emergere nel XX secolo insieme alla floriterapiascoperta dal dott. Edward Bach. Il termine aromaterapia fu adottato da un chimico francese: René-H.Gattefossé e nel 1918 uscì un suo libro su tale argomento. Fra i suoi allievi è d’obbligo ricordare Jean Valnet, tuttora considerato un’autorità mondiale in questo campo.

Utilizzo dell'aromaterapia

L’effluvio degli oli essenziali agisce direttamente sul cervello perché l’olfatto è il senso che, a differenza degli altri, passa nella corteccia cerebrale evitando tutti gli altri intercettori che influiscono sul loro percorso. Nella medicina ayurvedica il naso è la porta del cervello e della coscienza. Nella scala evolutiva l’apparato olfattivo è l’organo sensoriale più antico. Il profumo agisce, innanzitutto, sulla mente e, rilassandola, sul corpo, creando le condizioni adatte per una sua guarigione. Frizionando la pelle con un olio essenziale le sue molecole penetrano in profondità fino ad arrivare all’organo malato. Le tecniche di utilizzo dell’aromaterapia sono molte, appunto per questo è diventata parte integrante della medicina olistica. Nelle case è piacevole diffondere il profumo preferito, o consigliato, utilizzando gli appositi bruciatori o versandone alcune gocce nella vasca da bagno prima dell’immersione. Scegliendo il profumo più adatto al proprio stato d’animo, si ottengono effetti inaspettati ed è facile, in una condizione di estremo stress, ritrovare quell’energia che si era affievolita.

I sette pianeti principali e i loro profumi

Qui di seguito le essenze collegate ad ogni pianeta e alle sue qualità, capaci quindi, se ben utilizzate, di risvegliare l’energia che ad esso appartiene.

SOLE: principio maschile: caldo, forte, positivo, espansivo. Esprime capacità di autonomia, vitalità, resistenza fisica e psichica, recupero. E’ abbinato al 3° chakra. I suoi oli essenziali sono: alloro, arancio amaro, benzoino, bergamotto e cedro, ginepro, limone, neroli, patchouli, rosmarino, sandalo.

LUNA: principio femminile, freddo, umido, ritmico, immaginativo. Connessa con il riposo e la quiete mentale. Si associa alle funzioni femminili e agisce sui liquidi del corpo. E’ abbinata al 2° chakra. I suoi oli essenziali sono: betulla bianca, canfora, gelsomino, ginepro, lavanda, salvia, camomilla.

MERCURIO: freddo, nervoso, eccitabile. Connesso con le capacità di socializzazione, governa il sistema nervoso, il linguaggio e le funzioni cerebrali. E’ associato al 5° chakra.  I suoi oli essenziali sono: anice verde, cajeput, cardamomo, citronella, coriandolo, cumino, finocchio, lemongrass, maggiorana, menta, mirto, timo, vetiver, zenzero.

VENERE: femminile, rilassante, nutriente, erotica, espansiva. Associata alla bellezza, alla sensualità femminile, all’amore. Governa il processo di conservazione del corpo, l’idratazione, la pelle. E’ abbinata al 4° chakra. I suoi oli essenziali sono: bergamotto, betulla bianca, gelsomino, geranio, melissa, mirto, palmarosa, rosa, tea tree, timo, verbena odorosa, violetta, ylang-ylang.

MARTE: accelerante, attivo, aggressivo, impulsivo, combustivo, eccitante. Simbolo dell’energia vitale, dell’azione finalizzata, dello sforzo fisico, della combattività. Governa l’energia muscolare, la pulsione sessuale, il sangue. E’ abbinato al 3° chakra. I suoi oli essenziali sono: basilico, cannella, coriandolo, pepe nero, pino silvestre, santoreggia, zenzero.

GIOVE: espansivo, elasticizzante, energizzante. Riguarda il piacere, il benessere, l’espressione della vitalità e dell’equilibrio superiore. Nella fisiologia è il fattore di crescita, l’energia derivata dalle sostanze nutritive, il metabolismo delle sostanze grasse e degli zuccheri. E’ abbinato al 6° chakra. I suoi oli essenziali sono: cedro, elicrisio, gelsomino, ginepro, issopo, melissa, menta, noce moscata, rosa rossa, salvia, sandalo, tea-tree.

SATURNO: freddo, astringente, coagulante, cristallizzante, limitante. Ristabilisce l’equilibrio dove manca, toglie le illusioni, riconduce all’essenza. Nel corpo è associato allo scheletro, al controllo della crescita, all’energia conservativa e alla concentrazione degli umori. E’ abbinato al 1° chakra. I suoi oli essenziali sono: canfora, cipresso, eucalipto, ginepro, legno di rosa, mirra, olibano, patchouli, pino silvestre.

Tratto da: http://www.e-oliessenziali.it/
Autore: Maria Santucci
Fonte: http://www.amando.it/servizi/astrologia/aromaterapia-e-astrologia.html

Rosa

giovedì 24 novembre 2011

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NOME BOTANICO: Rosa damascena, Rosa centifolia, Rosa gallica
FAMIGLIA: Rosaceae
ESTRAZIONE: dai petali freschi
PROCESSO: estratta con solventi (concretè) o distillata con una particolare tecnica a vapore dai fiori freschi
PROVENIENZA: Oriente, Persia


La scoperta dell'essenza di rosa viene attribuita alla moglie dell'imperatore persiano, verso la fine del XVI secolo, mentre passeggiava in una torrida giornata estiva tra i ruscelli del giardino, dove scorreva soltanto acqua di rose, la principessa si accorse di un velo lucido di grasso che galleggiava sull'acqua, ne raccolse qualche goccia e fu innondata dalla sua fragranza: per effetto dell'immenso calore nei canali era avvenuta una distillazione spontanea che aveva portato in superficie l'essenza di rosa.
[Mara Bertona - Il Grande libro dell'Aromaterapia e Aromacosmesi - Xenia Edizioni - Pagg. 303-309]


L'essenza di rose è una delle più squisite per la delicatezza della fragranza e delle più costose per il lungo e difficoltoso processo di lavorazione. Il costo molto elevato è dovuto al bassissimo rendimento per fiore, trenta rose si dissolvono in un'unica goccia di essenza e ben cinque tonnellate di petali sono necessari per produrne solamente un chilo.

Le virtù della rosa si possono recepire anche attraverso un’attenta osservazione dei suoi petali, del suo gambo e delle sue radici. I petali sono soffici e vellutati, una carezza per il tatto: la rosa è emolliente. La forma raccolta a calice del fiore aiuta a trattenere l’acqua piovana: la rosa è idratante. I suoi petali sapientemente stratificati come per proteggere il centro del fiore dalle intemperie. La rosa è protettiva. Il gambo è tutt’altro che fragile, anzi è robusto e ben difeso dalle spine: la rosa rinforza. Le radici sanno allungarsi verso le profondità della terra, come a raggiungere il centro: la rosa compenetra i sensi, tocca il cuore. [Maria Teresa Lucheroni e Francesco Padrini - Aromaterapia, Per ritrovare energia e benessere psicofisico - Fabbri Edizioni]

Poiché si tratta di un olio essenziale molto prezioso, è preferibile diluirlo con dell’olio vegetale di jojoba ( è una cera che non irrancidisce) in proporzione di 20% di olio di rosa di damasco e 80% di olio di jojoba. Successivamente utilizzare questa miscela come se si trattasse dell’olio essenziale puro. In questo modo si potrà approfittare più a lungo di questa meraviglia della natura.
[Lydia Bosson - L'aromaterapia energetica - Edizioni Amyris - Pag. 224]


La sua ancestrale associazione alla dea dell'amore e al culto della femminilità, la rendono una delle essenze più legate all'apparato riproduttivo femminile. Ha un effetto tonificante sull'utero, è efficace per regolarizzare le mestruazioni e per  combattere i dolori, arginare le emorragie (notevoli qualità astringenti), previente il prolasso dell'utero o la tendenza all'aborto.
[Marina Ferrara Pignatelli - Viaggio nel mondo delle essenze - Franco Muzzio Editore - Pagg. 346-350]


PROPRIETÀ: antibatterico, antinfettivo, astringente, cicatrizzante, neurotonico, tonico generale, tonico sessuale.INDICAZIONI: astenia, astenia sessuale, bronchite acuta e cronica, congiuntivite, contusioni, depressione, ferite, foruncolosi, frigidità, gengivite, problemi cutanei, ulcere orali.
[Shirley Price, Len Price -
Trattato di Aromaterapia, Guida professionale all'uso terapeutico degli oli essenziali - Red Edizioni - Pag. 346]

VISO: ha un effetto equilibrante: da una parte lenisce e sfiamma, dall'altra astringe e compatta. Sulla cute non ha rivali, sia per funzionalità, grazie ai suoi 300 componenti chimici, che per il profumo che aiuta a distendere i tratti ed a riappropriarci della nostra bellezza. Combatte infezioni e dermatosi, lenitiva per ogni tipo di irritazione e infiammazione. Antisettica, astringente, cicatrizzante, battericida. Per couperose, equilibrante sebo, macchie della pelle, idrata e tonifica ed è fantastica per le rughe.
[Laura Savo - Profumi di Benessere - Daigo Press - Pag. 85]
Olio
PSICHE: è un vero regalo per l'anima. Agisce in profondità equilibrando gli eccessi, dona fiducia e immediato conforto. Libera dalla sofferenza, dal dolore e dalla colpa. Apre alla compassione, alla comprensione e all'amore. Rimuove traumi, asti, rancori e sentimenti negativi o distruttivi.
[Luca Fortuna - Aromaterapia per l'Anima - Xenia Edizioni - Pagg. 140]


PRATICHE: Per calmare l'irritabilità, la collera, l'esasperazione, l'ego e il bisogno di sentirsi importante, per dirigere la coscienza verso il cuore quando si devono prendere decisioni importanti, diffondere nell'ambiente dell'olio essenziale di Rosa di Damasco (2% diluito nell'alcol aromatico) o massaggiare la zona del cuore e del plesso con un olio vegetale addizionato con qualche goccia di olio essenziale di Rosa di Damasco.
[Lydia Bosson - L'aromaterapia energetica - Edizioni Amyris - Pag. 224]


DA PROVARE: per comunicare con il proprio angelo custode.
[Luca Fortuna - Aromaterapia per l'Anima - Xenia Edizioni - Pagg. 140-141]


Altri utilizzi ancora:

La Rosa è considerata un simbolo della bellezza femminile: aiuta la donna a mantenere più a lungo la sua bellezza e la sua freschezza. :-) Il suo aroma distende i tratti di sofferenza e affaticamento e ci ridona la nostra bellezza naturale.
Per rossore e brucione agli occhi, usa l'
idrolato di rose (acqua aromatica) versane su un fazzoletto e appoggialo sulle palpebre chiuse.


Ottimo olio antiage, per le pelli sensibili e presenza di couperose, l'olio essenziale di Rosa è un potente rigenerante cellulare. Aggiungi 1 o 2 gocce nella crema naturale da giorno o da notte, se prediligi l’olio aggiungi in 30 ml di Burro di Karitè (sciolto a bagno maria) 2/3 gocce di olio essenziale di Rosa damascena creerai una crema ottima per il contorno occhi e bocca.


L'olio essenziale di Rosa idrata e tonifica la pelle di corpo e viso, è un ottimo rassodante per il seno. Per le prime rughe aggiungi a 30 ml di olio di Rosa Mosqueta 2 gocce di olio essenziale di Rosa.
Attenua le macchie della pelle, miscela in 30 ml olio di Rosa Mosqueta 3 gocce di olio essenziale di Rosa. Applicalo mattino e sera.


L’acqua di rose (idrolato di rose), ottenuta dalla distillazione dell’olio essenziale è come una rugiada a contatto sulla pelle. Fondamentale per l’igiene intima, spruzzata dopo ogni rinfrescata mantiene la tonicità dei tessuti vaginali, può sostituire ottimamente le salviette intime.

Bagno aromatico: 3 gocce di Ylang-Ylang, 3 gocce di Sandalo, 3 gocce di Rosa in 3 cucchiai di panna o miele. Miscelali e mettili nella vasca.

Potente olio afrodisiaco, utile in caso di frigidità, impotenza, calo del desiderio, riequilibra la lubrificazione vaginale: aggiungi a 50 ml di olio di mandorle 4 gocce di olio essenziale di Rosa damascena e massaggia la parte bassa della pancia, la zona lombare e le cosce, sia per uomo che per donna.

Contro il mal d'amore: direttamente una goccia sulla regione del cuore. Rincuora e lenisce il dolore.

Ottimo per l’uomo come dopo barba: 1/2 gocce di olio essenziale di Rosa aggiunte alla crema dopo barba (naturale! ;-).

L'olio essenziale di Rosa miscelato all’olio essenziale di ylang ylang allontana la mente dal lavoro.

Per calmare stati di nervosismo, di eccessiva eccitabilità miscela in parti uguali 3 gocce di olio essenziale di Rosa e 3 gocce di olio essenziale di Nardo himalayano in 30 ml di olio di jojoba e applicalo nella zona del palmo delle mani e dei piedi e la zona del cuore.

In caso di mal di testa, cefalea da tensione nervosa, friziona 1 goccia di olio essenziale sulle tempie e annusate di tanto in tanto.